LA CUCINA DELLA FRODA
Che cucina facciamo alla Froda?
Prima di tutto, cuciniamo davvero (pare scontato, ma non lo è). Proviamo a fare una cucina del gusto, con chiari richiami alla tradizione dell’arco alpino.
Quali sono i nostri piatti caldi?
Polenta (tanta), purée di patate, carni a lunga cottura quali brasato e stinco di maiale, codighe (luganighe di maiale tradizionali). Poi pizzoccheri, pasta e lenticchie, merluzzo salato (baccalà), senza dimenticare i piatti stagionali quali capretto (aprile e maggio), selvaggina (cinghiale e cervo in settembre, marmotta in ottobre), capra in varie forme (ottobre).


E freddi?
Siamo conosciuti per la mazza, cioè salami, mortadelle di fegato e codighe di produzione propria, realizzati partendo da una vecchia ricetta di famiglia. Si aggiungono prodotti quali coppa, lardo, pancetta, prosciutto crudo, carne secca, che compongono il piatto di affettato misto. E attorno a questo bouquet classico, alcune proposte che variano a seconda del periodo.
Quali formaggi?
Anche qui, puntiamo sulla produzione della nostra zona. Il formaggio d’alpe Valmaggia (‘vecchio’ e ‘giovane’), fatto di latte di mucca e capra; poi le formaggelle della regione, i formaggini, la mascarpa fresca e salata. Cerchiamo anche di portare alla Froda alcuni formaggi di gran pregio provenienti da altre montagne.


I dolci?
Con la stessa filosofia: non infinite varietà ma “veri”, fatti alla Froda, senza trucchi chimici, con la pretesa di soddisfare i palati più esigenti. I dolci fissi sono torta di pane, panna cotta con salsa ai mirtilli, terrina al cioccolato, Mohnkuchen. Altri variano di giorno in giorno.
Per i cercatori di sapori?
Proponiamo dei menu-degustazione che attingono con fedeltà alla tradizione alimentare della montagna, pur con qualche sconfinamento, se capita. È un’offerta di nicchia, per poche persone o piccoli gruppi. Vorremmo fosse un’esperienza da ricordare (necessario riservare in anticipo).


Facciamo cucina nostrana?
Meglio non dirlo, ormai non significa più nulla. Noi proponiamo una cucina alpina, con attenzione alle consuetudini e ai prodotti locali, lontana da quello sciagurato folklore culinario che sfrutta la “fame” di sud della gente del nord o la ricerca di montagna “incontaminata” da parte di chi sta al piano.
L’aspirazione della cucina della Froda?
Essere una piccola arca al riparo dal diluvio dei fast food e dall’omologazione dei gusti. Una minuscola isola golosa in un luogo speciale.


E i nostri vini?
Oltre a quelli aperti, una quarantina di etichette pregiate. Dal Ticino (prevalente) all’Italia e alla Francia. Alcune etichette classiche e altre che abbiamo scelto, oltre che per la qualità, per similitudine di contesto o perché sono vini che conosciamo e apprezziamo, e li condividiamo volentieri alla Froda. E per le occasioni speciali c’è anche lo Champagne: una flûte davanti alla cascata.